L’otite è un problema che spesso può insorgere, soprattutto in quelle persone che amano immergersi in modo prolungato in acqua. Coloro che praticano immersioni, snorkeling o altri sport acquatici purtroppo corrono rischi più alti di contrarre l’otite, rispetto a chi non si immerge e non nuota.
L’acqua, infatti, entra nei condotti quando ci si immerge, successivamente ci si espone al vento e all’aria fredda ed ecco che, dopo alcuni giorni di immersioni, si possono avvertire dei problemi di compensazione. Questi possono provocare dolore, sempre più intenso, senso di ovattamento auricolare, dolore al tatto e alla pressione, possibile prurito e persino sensazione di “ronzio” (acufene).

Metodi di prevenzione
Chi pratica sport acquatici e subacquea come può difendersi dall’otite? La prevenzione è la forma migliore per approcciare il problema, soprattutto se sono presenti ulteriori fattori di rischio quali dermatite allergica, psoriasi, acne o diabete mellito.
Vediamo i principali metodi di prevenzione:
Mantenere puliti i canali uditivi anche con gocce auricolari specifiche che possono aiutare a disperdere l’acqua intrappolata.
Stabilire una corretta igiene del condotto, facendosi rimuovere eventuali tappi di cerume o corpi estranei, senza esagerare perché una pulizia esagerata sarebbe controproducente, provocando abrasioni. Chi soffre di dermatiti e psoriasi, ad esempio, potrebbe avere la cute dei condotti molto secca e priva di cerume: in questo caso è utile applicare delle gocce otologiche oleose per cercare di ricreare il film lipidico assente.
Dopo il bagno in mare o piscina sciacquare le orecchie con acqua dolce e asciugarle bene con un panno morbido (o con un phon a distanza, se necessario). Questo aiuterà a rimuovere l’acqua residua.
Utilizzare tappi auricolari: questi possono aiutare a prevenire l’ingresso dell’acqua nel condotto uditivo.
Non utilizzare cotton fioc per pulire le orecchie, in quanto potrebbero danneggiare il condotto uditivo.